20.01.2022 – cercando la storia tra Sperlonga e Gaeta
(galleria foto e video a fine articolo)
Tiberius Iulius Caesar Augustus nato nel 42 a.C. a Miseno, è stato il secondo imperatore romano, appartenente alla dinastia giulio-claudia, regnante dal 14 al 37 d.C., anno della sua morte.
Grande condottiero, Tiberio fu il padre di Germanico altro grande condottiero e personaggio della grande Roma imperiale.
Quando visito luoghi come questo mi trovo immerso in un riverenziale rispetto e la immaginazione corre, cercando di immaginarmi la bellezza originale dei luoghi, il potere delle persone che hanno costruito un impero.
La Villa di Tiberio è una grande villa romana, appartenuta nel I secolo d.C. all’imperatore romano Tiberio, situata nella cittadina di Sperlonga, in provincia di Latina.
Scoperta durante la costruzione della strada litoranea tra Terracina e Gaeta nel 1957 vennero ritrovati una grande quantità di frammenti marmorei, straordinari per la qualità delle sculture e le dimensioni dei blocchi. Le sculture si rivelarono essere in alcuni casi originali greci di età ellenistica (180 a.C. circa) e per ospitare le sculture rinvenute venne realizzato nel 1963 il Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga.
La villa era costituita da diversi edifici disposti su terrazze rivolte verso il mare. Le prime strutture sono relative ad una villa di epoca tardo-repubblicana, forse appartenuta a Aufidio Lurco. La villa vera e propria conserva una serie di ambienti intorno ad un cortile porticato, tra i quali sono compresi ambienti di servizio, più volte ristrutturati, una fornace e un forno per la cottura del pane.
Agli inizi del I secolo d.C. venne aggiunto un lungo portico a due navate e la grotta naturale che sorgeva presso la villa venne parzialmente trasformata con interventi in muratura e la collocazione di sculture.
La grotta comprende una vasta cavità principale, preceduta da una ampia vasca rettangolare (peschiera) con acqua marina, al cui centro era stata realizzata un’isola artificiale che ospitava la caenatio (sala da pranzo) estiva. La vasca comunicava con una piscina circolare (diametro di 12 m), posta all’interno della grotta, dove era stato collocato il gruppo scultoreo di Scilla.
La visita al museo è stata a dir poco emozionante per la qualità dei reperti presenti ed il lavoro magnifico e rispettoso di ricostruzione dei gruppi marmorei ritrovati. Non sarei mai andato via dal quel luogo magnifico.
In un attimo sono passate più di tre ore e il desiderio di vedere la Montagna Spaccata ed il santuario ci spinge fino a Gaeta.
Mentre a Sperlonga il genio e l’abilità umana dell’epoca romana imperiale hanno reso onore alla natura, a Gaeta, l’intervento umano ha deturpato la bellezza del promontorio, denominato Monte Orlando, e delle falesie.
Ma vediamo un po di storia…
La Montagna Spaccata è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi di Gaeta, è un luogo che racchiude in sé un vero e proprio itinerario.
Il Santuario della SS. Trinità, costruito nell’XI secolo, è rinomato nella storia perché qui vi pregarono numerosi pontefici, sovrani, vescovi e santi.
La leggenda vuole che San Filippo Neri avesse vissuto all’interno della Montagna Spaccata dove esiste un giaciglio in pietra nota ancora oggi come “Il letto di San Filippo Neri”.
Nel 1434, un enorme lastrone di roccia precipitò e s’incastrò tra le pareti della fenditura, ed in seguito su si esso fu edificata la Cappella del Crocifisso, dalla quale si può godere di una suggestiva vista del mare e delle falesie che lo sovrastano.
La Mano del Turco. Secondo un antico racconto, questa e le altre due fenditure del Monte Orlando si formarono durante il terremoto che investì tutta la terra alla morte di Gesù. Scendendo, al termine di una serie di raffigurazioni della Via Crucis, si nota un un’impronta come impressa nella roccia. Una singolare leggenda narra che un turco scettico verso le sacre origini delle spaccature del monte, appoggiandosi alla roccia la sentì miracolosamente fondersi, come se fosse cera, ed infatti in questo punto la rupe pare davvero che si sia sciolta, lasciando visibile il solco delle dita del miscredente.
Decidiamo di seguire un sentiero che porta in cima alle falesie, camminando all’interno del Parco Regionale di Monte Orlando, raggiungendo i resti di complessi militari borbonici. Per un sentiero, purtroppo non ben indicato, scopriamo successivamente della presenza del Mausoleo di Lucio Munazio Planco (I sec. a.C.).
Rimane comunque una bella immersione nella natura senza umani intorno, e decidiamo di inerpicandoci su una delle falesie per ammirare il panorama e riempirci i polmoni della fresca brezza del Mar Tirreno.
A malincuore lasciamo le Falesie e scendiamo al parcheggio fermandoci però per uno spuntino con una prelibata “Tiella” un prodotto della cucina povera di Gaeta, ma veramente buona. Può essere “vegetariana” ovvero con scarola, cipolla e le buonissime olive di Gaeta (la mia preferita), o arricchita anche da prodotti della pesca come polpi, molluschi o vari tipi di pesce, oppure di formaggi a secondo della fantasia. E’ composta da due sottili strati circolari di pasta, posti uno sull’altro, chiusi lungo i bordi per compressione. Va cotta al forno in teglie preferibilmente di rame.
Risaliamo ben rifocillati in auto e puntiamo la prua verso casa, con tranquillità godendoci il panorama sotto il sole del pomeriggio.
Un forte abbraccio !
/////////////////////////////////////////////////
20.01.2022 – buscando la historia entre Sperlonga y Gaeta
Tiberius Iulius Caesar Augustus nacido en el 42 a.C. en Miseno, fue el segundo emperador romano, perteneciente a la dinastía julio-claudia, reinante del 14 al 37 d.C., año de su muerte.
Gran caudillo, Tiberio fue el padre de Germanico otro gran líder y personaje de la gran Roma imperial.
Cuando visito lugares como este, me encuentro inmerso en un respeto reverencial y la imaginación corre, tratando de imaginarme la belleza original de los lugares, el poder de las personas que construyeron un imperio.
La Villa di Tiberio es una gran villa romana, que perteneció en el siglo I d.C. al emperador romano Tiberio, situada en la ciudad de Sperlonga, en la provincia de Latina.
Descubierta durante la construcción de la carretera costera entre Terracina y Gaeta en 1957, se encontraron una gran cantidad de fragmentos de mármol, extraordinarios por la calidad de las esculturas y las dimensiones de los bloques. Las esculturas resultaron ser en algunos casos originales griegos de edad helenística (180 a.C. aproximadamente) y para albergar las esculturas encontradas se realizó en 1963 el Museo Arqueológico Nacional de Sperlonga.
La villa estaba constituida por varios edificios dispuestos en terrazas orientadas hacia el mar. Las primeras estructuras son relativas a una villa de época tardo-republicana, quizás perteneciente a Aufidio Lurco. La villa verdadera conserva una serie de ambientes alrededor de un patio, entre los cuales se incluyen ambientes de servicio, varias veces reestructurados, horno de cerámica y uno para la cocción del pan.
A principios del siglo I d.C. se añadió un largo pórtico a dos naves y la cueva natural que se levantaba en la villa fue parcialmente transformada con intervenciones en albañilería y la colocación de esculturas.
La cueva incluye una gran cavidad principal, precedida por un amplio tanque rectangular (pescadero) con agua de mar, en cuyo centro se había realizado una isla artificial que albergaba el “caenatio” (comedor) de verano. La piscina se comunicaba con una piscina circular (diámetro de 12 m), situada en el interior de la cueva, donde se había colocado el grupo escultórico de Scylla.
La visita al museo fue, como mínimo, emocionante por la calidad de los hallazgos arqueológicos presentes y el trabajo magnífico y respetuoso de reconstrucción de los grupos de mármol recuperados. Nunca me habría ido de ese hermoso lugar.
En un instante han pasado más de tres horas y el deseo de ver la Montagna Spaccata (Montaña Hendida) y el santuario nos lleva hasta Gaeta.
Mientras que en Sperlonga el genio y la habilidad humana de la época romana imperial honraron a la naturaleza, en Gaeta, la intervención humana ha desfigurado la belleza del promontorio, llamado Monte Orlando, y de las falesias.
Pero veamos un poco de historia…
La Montagna Spaccata es sin duda uno de los lugares más sugestivos de Gaeta, es un lugar que encierra en sí un verdadero itinerario. El Santuario de la SS. Trinidad, construido en el siglo XI, es famoso en la historia porque aquí os rezaron numerosos pontífices, soberanos, obispos y santos.
La leyenda dice que San Felipe Neri vivió en el interior de la Montagna Spaccata, donde existe una cama de piedra conocida aún hoy como “La cama de San Felipe Neri”. En 1434, una enorme losa de roca cayó y se encalló entre las paredes de la hendidura, y luego sobre ella fue edificada la Capilla del Crucifijo, desde donde se puede disfrutar de una sugestiva vista del mar y de las falesias que lo rodean.
La Mano del Turco. Según un antiguo relato, esta y las otras dos grietas del Monte Orlando se formaron durante el terremoto que sacudió toda la tierra a la muerte de Jesús. Bajando, al final de una serie de representaciones del Vía Crucis, se nota una huella como impresa en la roca. Una leyenda singular cuenta que un turco escéptico hacia los sagrados orígenes de las fisuras del monte, apoyándose en la roca, la sintió milagrosamente fundirse, como si fuera cera, y de hecho en este punto la roca parece realmente derretida, dejando visible el surco de los dedos del infiel.
Decidimos seguir un sendero que lleva a la cima de las falesias, caminando dentro del Parque Regional de Monte Orlando, hasta los restos de complejos militares borbónicos. Por un sendero, desafortunadamente no bien indicado y descubrimos, in un segundo tiempo, la presencia del Mausoleo de Lucio Munazio Planco (I siglo a.C.).
Sin embargo, queda una buena inmersión en la naturaleza sin humanos a nuestro alrededor, y decidimos caminar sobre una de las falesias para admirar el paisaje y llenar nuestros pulmones con la fresca brisa del Mar Tirreno.
A regañadientes dejamos las Falesie y bajamos al estacionamiento parando para un bocadillo con un delicioso “Tiella” un producto de la cocina pobre de Gaeta, pero realmente buena. Puede ser “vegetariana”, es decir, con escarola, cebolla y las excelentes aceitunas de Gaeta (mi favorita), o enriquecida también con productos de la pesca como pulpos, moluscos o varios tipos de pescado, o de quesos según la fantasía. Se compone de dos finas capas circulares de pasta, colocadas una sobre la otra, cerradas a lo largo de los bordes por compresión. Se hornea en bandejas preferentemente de cobre.
Volvemos bien alimentados en coche y apuntamos la proa hacia casa, con tranquilidad disfrutando del panorama bajo el sol de la tarde.
¡Un fuerte abrazo !
(seguramente hay errores en la traducción al español, pero estoy tratando de mantener vivo este idioma tan hermoso y me esfuerzo en tratar de escribirlo al máximo de mis capacidades)